L'ultima vita by Mohlin & Nyström

L'ultima vita by Mohlin & Nyström

autore:Mohlin & Nyström [Mohlin, Peter e Nyström, Peter]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


30

«È assurdo.»

Ancora una volta, Heimer sentì il tono tagliente nella voce della moglie. Era il modo in cui si rivolgeva ai dipendenti della AckWe quando fornivano scuse inverosimili per i loro fallimenti.

«So che deve sembrarle strano.»

La voce di Primer suonava incerta, priva di autorità. Quella conversazione lo metteva a disagio, e per buoni motivi: gli investigatori avevano tutte le prove che servivano per ottenere la condanna di Billy Nerman per omicidio, eppure avevano combinato un pasticcio ed erano stati costretti a lasciarlo andare di nuovo.

A quanto pareva, non c’era limite all’incompetenza di quella gente.

Sissela doveva pensarla allo stesso modo, dato che continuava a pressare Primer, che sembrava rimpicciolirsi centimetro dopo centimetro dietro la scrivania del suo ufficio alla stazione di polizia.

«Che fine hanno fatto le prove scientifiche di cui ci aveva parlato?» chiese.

«Non hanno più valore.»

«Cosa significa?»

«Significa che non hanno più valore.»

Heimer fece del suo meglio per contenere la rabbia. Le rigide maniere di Primer e le sue risposte che parevano preconfezionate facevano saltare i nervi. Sembrava che il bastardo stesse leggendo da un gobbo.

«Sì, questo l’ho capito» ribatté Sissela. «Ma com’è successo?»

«Temo di non poter entrare nei dettagli, per motivi investigativi.»

Sissela fissò lo sguardo su di lui e abbassò la voce.

«Sta parlando sul serio? Siamo i genitori di Emelie e abbiamo il diritto di sapere cosa sta succedendo.»

Primer sembrò angustiato e si restrinse ancora di più sulla sedia dell’ufficio. Era scivolato così in avanti che ci mancava poco che cadesse.

«Non voglio apparire inutilmente formale, e come parente prossimo comprendo tutta la sua frustrazione. Ma al momento, temo di non poterle dire più di quanto già ho detto.»

«Allora dovrò parlare con il commissario della polizia di contea» disse.

«Certo, è un suo diritto. Però devo avvisarla che è stato lui a decidere di non rivelare ulteriori dettagli.»

Sissela non si era aspettata la risposta di Primer, e perse per un attimo il filo, tanto che il poliziotto parve riguadagnare per un attimo un po’ della sua autorità. Si sistemò sulla sedia e la avvicinò alla scrivania. Heimer lo guardò e provò disgusto: quell’uomo era un fallimento tanto quanto l’ufficio in cui era seduto. La pianta di yucca nell’angolo e gli scaffali IKEA gridavano tutti mediocrità.

«Capisco se voi…» continuò Primer.

«Che cosa capisce?» Heimer lo interruppe. «Capisce come ci si sente a scoprire che a indagare sull’omicidio di tua figlia è un gruppo di dilettanti?»

Sissela gli rivolse un’occhiata dal significato inconfondibile. Pensava che il marito avesse superato il limite. Ma lui no.

«Mandate a catafascio l’intera indagine e lei non ci racconta nemmeno cos’è successo. Cazzo, è una vergogna.»

«Come ho detto, le indagini preliminari sono riservate. E apprezzerei se si calmasse, Heimer.»

«Come vuole che mi calmi?»

Primer allargò le braccia, a indicare che non c’era niente che potesse fare. La decisione di mantenere il segreto non era sua.

«Capisco se voi…» ricominciò il poliziotto.

Non poté andare oltre, perché Heimer batté un pugno contro il muro così forte da fargli affondare le nocche nel cartongesso.

«Se dice un’altra volta “capisco”, faccio a pezzi tutto il suo ufficio di merda.



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